
L’impatto del COVID-19 sulla salute psicologica.
Un anno fa, il 18 marzo 2020, l’Italia affrontava il giorno più difficile della pandemia che nei suoi primi mesi l’ha travolta più degli altri paesi: 2.978 furono le vittime di Covid-19 su scala nazionale.
Oggi, 18 marzo 2021, ricordiamo le oltre 100mila vittime della pandemia.

‘Pandemia’ è stato il termine che più abbiamo utilizzato dalla prima metà del 2020 ad oggi.
Ma come abbiamo e stiamo reagendo? E cosa vuol dire trovarsi in uno stato di emergenza di questa portata?
Dal momento in cui la minaccia si è rivelata incerta e continua, come nell’attuale pandemia di coronavirus (Covid-19), il vissuto di paura che è stato esperito ha finito per diventare pervasivo e si è manifestato in tante delle sue variabili di intensità. Vivere un’emergenza ci pone direttamente nella condizione di sentire su di noi l’eventualità di essere a rischio; rischio che può essere percepito e vissuto in maniera distorta e amplificata, sino ad arrivare a vissuti di panico, si associa a comportamenti sempre meno razionali, e con sé attiva la catena di risposte biologiche dell’organismo con conseguenze sul corpo e sulla salute psicologica. Vivere eventi emergenziali, nel breve termine, produce effetti transitori e che non comportano danni permanenti, mentre un’emergenza prolungata provoca degli effetti anche permanenti e dannosi sul benessere psicofisico. Stiamo vivendo uno sconvolgimento delle nostre abitudini e sviluppando un senso di impotenza verso tutto ciò che ci circonda, il futuro è percepito come insicuro.
E cosa succede al nostro corpo?
La situazione Covid-19 si è protratta nel tempo rappresentando uno stato di allarme prolungato che si traduce poi in conseguenze di malessere per il corpo e per la salute psicologica. Parallelamente all’attivazione fisiologica segue l’attivazione emozionale. Tra le emozioni che si attivano, troviamo la paura che salvaguarda la nostra sopravvivenza ponendoci in uno stato di preparazione all’azione per affrontare la minaccia.La paura nel caso del Covid-19 si è presentata in diverse sfumature, rivolta al sé, alla propria salute e quindi alla propria sopravvivenza, o a quella di chi ci stava vicino, la paura di perdere qualcuno di caro; il tutto esperito in intensità molto variabili sino ad arrivare a mettere in atto anche comportamenti fobici per evitare il contagio per paura della malattia; vi è stato chi ha sentito la paura di rimanere solo ed isolato a causa della malattia o per via del contatto con persone malate; la paura è stata anche riconducibile alle conseguenze sul piano economico e personale causato dalle misure di chiusura e contenimento che sono state adottate per porre un freno ai contagi; infine, la paura è stata vissuta fortemente da persone che presentavano anche una predisposizione a sviluppare sintomi fobici da prima del Coronavirus.
Non sorprende, quindi, che a livello psicologico sia stato, e sia tutt’ora, un momento storico che facilmente potrebbe avere ripercussioni, anche gravi, sulla nostra salute mentale.
C’è sempre stata diffidenza nei confronti del disagio psichico, dobbiamo invece capire che la salute mentale è importante quanto quella fisica.
Impariamo ad avere cura e attenzione per i pensieri e per le nostre emozioni. Può essere fondamentale per chi ha sperimentato forti vissuti di sofferenza psicologica in questo periodo o per chi teme di svilupparli, potersi affidare ad un percorso di sostegno psicologico che è una delle raccomandazioni degli Ordini degli Psicologi, così come degli altri enti della salute.

