Salute psicologica

Parliamo di Autostima

Volendo dare una definizione accurata dell’autostima, possiamo considerala come l’insieme dei giudizi valutativi che l’individuo dà di se stesso.

L’autostima si costruisce giorno dopo giorno; essa è il risultato di diversi elementi, di cui siamo più o meno consapevoli. Concorrono alla sua formazione due fattori:

  • fattori interni
  • fattori esterni

Tra i fattori interni ci sono due componenti fondamentali, il sé reale e il sé ideale.

Il sé reale rappresenta la visione oggettiva delle proprie abilità, ossia ciò che realmente siamo.

Il sé ideale corrisponde a come vorremmo essere.

Maggiore sarà la discrepanza tra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere, minore sarà la stima di noi stessi.

I fattori esterni sono rappresentati dai giudizi degli altri, dal raggiungimento o meno degli obiettivi preposti e dalle emozioni o pensieri che gli altri possono esprimere in nostra presenza.

Ti è mai capitato di abbandonare un sogno nel cassetto per paura del giudizio altrui? Ti sei mai detto frasi come: “E se fosse una cavolata?”, “Se fallissi?”, “Cosa penserebbero di me?”.

A me è capitato, per esempio, quando ho iniziato a valutare l’idea di creare un podcast. Ho procrastinato a lungo (credo più di un anno) prima di mettermi alla prova e realizzarlo andando contro i miei timori di non esserne all’altezza. Anzi ho fatto di quel timore la spinta a migliorarmi.

L’autostima si plasma e si evolve per tutto l’arco della nostra vita e deriva dalla costante interazione tra noi e l’ambiente che ci circonda.

Un buon livello di autostima rappresenta la chiave per mantenere il benessere psicologico poiché l’autostima gioca un ruolo fondamentale in ogni aspetto della nostra vita; nel lavoro o nella scuola, nelle relazioni amorose o amicali così come nello sport e negli hobby.

Perchè dico questo? Perchè avere una bassa considerazione di se può portare ad uno stato di disagio e sofferenza provocato dal pensiero di non essere all’altezza delle situazioni. E nel tentativo di salvaguardarsi dal provare questo dolore o per evitare il rifiuto e ulteriori giudizi si attivano delle barriere difensive così alte da sottrarsi di esporsi alle situazioni sociali o professionali. Ci si chiude in una comfort-zone, che di comfort in realtà ha ben poco con il rischio di dover sempre cercare l’approvazione degli altri.

“La più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare”
– Jiddu Krishnamurti –

Giudicare è un comportamento appreso, radicato nelle strutture educative e sociali. Il nostro sistema scolastico ci ha abituati a ricevere una valutazione e a metterci in competizione per essere considerato il “più bravo della classe”. Sul posto di lavoro siamo spinti a mostrarci sempre super efficienti, anche più di quello che realmente possiamo fare per non sentirci da meno rispetto agli altri colleghi. In famiglia mettiamo in secondo piano le nostre esigenze per renderci sempre disponibili verso i figli, i genitori, fratelli o sorelle per il bisogno di sentirsi visti.

Piccola precisazione, lungi da me far passare il messaggio che il pensiero degli altri debba scivolarci addosso. Ascoltare con attenzione un feedback può essere costruttivo per migliorarci, ma è altrettanto importante trovare il giusto equilibrio tra ciò che ci viene detto e il nostro sentire a riguardo. Spesso incosapevolmente siamo noi a dare potere agli altri, siamo noi a concedergli il permesso di definire il nostro valore.

Se ti è capitato di sentirti così, se alcune delle frasi che hai letto ti risuonano, metti in atto alcuni cambiamenti nella vita di ogni giorno:

  1. Non paragonarti agli altri. Ognuno di noi segue il proprio percorso di vita, con i propri tempi e le proprie risorse. Non è detto che le scelte che sono state fatte da una persona che stimi e ammiri possano essere vantaggiose anche per te.
  2. Gratificati per i tuoi successi. Quando raggiungi l’obiettivo che ti sei predisposto (grande o piccolo che sia) facci caso, lasciati avvolgere da quella sensazione di soddisfazione e riportala alla mente quando pensieri intrusivi ti sovrastano.
  3. Mettiti in gioco. Prova nuove cose, sperimenta e concediti il permesso di sbagliare. Portare avanti i nostri progetti senza arrendersi appena le cose non stanno funzionando ti permetterà di capire dove e come migliorarti.
  4. Prenditi cura di te. Il tempo che dedichi a te stesso è il più importate, e attenzione questo non vuole dire essere egoisti, coltiva i tuoi hobby, pianifica le tue giornate, fai delle passeggiate, fai tutto ciò che ti rende felice.

Nell’episodio del podacast sulla self-compassion ho parlato dell’importanza di accettarsi nella nostra interezza, senza tralasciare nessuna parte (anche quelle parti che consideriamo meno gradite)ed è un aspetto indispensabile per l’autostima. Hai mai provato a pensare che anche se alcuni aspetti della nostra persona non ci piacciono possono rivelarsi uno strumento per progredire o che ci hanno permesso di arrivare al raggiungimento di un obiettivo? La perfezione non esiste, nessuno lo è ma tutti possiamo migliorare. Concediti qualche minuto per rifletterci.

Spero di essere riuscita a trasmetterti la complessità che si cela dietro l’autostima e per questo non concluderò questo articolo scrivendo “10 strategie per aumentare la tua autostima”. Sicuramente mi avrebbe aiutato a far circolare di più il mio articolo o il mio podcast, ma allo stesso tempo, mi avrebbe allontanato dal mio obiettivo principale, ossia renderti consapevole della tua unicità e della tua motivazione interna al cambiamento.

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